Tra Emilia-Romagna e Veneto


Il Delta del Po

 

Il Delta del Po è l’insieme delle diramazioni fluviali che dal Monviso e attraverso la Pianura Padana fanno sfociare il Po nel Mare Adriatico Settentrionale. Dal 1999 il Delta del Po è stato inserito dall’UNESCO nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità d’Italia come estensione del riconoscimento conferito alla città di Ferrara nel 1995. Il profilo unico del Delta del Po è caratterizzato da un paesaggio sorprendente dove si intrecciano natura, storia, tradizione e cultura. Il territorio, creato sia dalla lenta sedimentazione del fiume sia dalla regimazione delle acque e dalla bonifica dei terreni nel corso dei secoli, è associato ad aree naturali protette come il Parco Naturale del Delta del Po. Si tratta di un’area con caratteristiche ambientali ed ecologiche uniche che abbraccia ambienti ricchi di biodiversità: dalle aree umide alle pinete, dalle acque salmastre alle acque dolci.

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Dove il fiume incontra il mare 

 

Esiste un legame stretto tra le eccellenti caratteristiche nutrizionali del Riso del Delta del Po IGP e l’area di coltivazione che si estende tra l’Emilia-Romagna e il Veneto: il particolare clima, unito alla natura alluvionale dei terreni argilloso-limosi e torbosi, favoriscono la crescita del riso e ne garantiscono l’alta qualità. L’ecosistema del Delta del Po, immerso all’interno del Parco Naturale del Delta del Po, è una biosfera unica al mondo: un ambiente incontaminato dove il fiume Po sfocia nel Mare Adriatico e la particolare combinazione di acqua dolce e acqua salata conferisce al Riso del Delta del Po IGP specifiche proprietà organolettiche che lo rendono un prodotto unico e irripetibile. Le principali peculiarità del territorio sono determinate dalla vicinanza al mare e dalla tessitura dei terreni: sia quelli nell’area rodigina sia quelli nel ferrarese sono dotati di una grande fertilità minerale e caratterizzati da una salinità elevata che conferisce al riso un aroma e una sapidità particolari. Grazie alla vicinanza al mare viene a crearsi un microambiente favorevole alla coltivazione del riso: la costante ventilazione delle risaie da parte di venti e brezze, e la minore umidità relativa che ne deriva, consente di mantenere la pianta più asciutta e di conseguenza sana. Tale clima, caratterizzato da limitate variazioni di temperatura sia in inverno sia in estate e da una piovosità generalmente ben distribuita, favorisce una crescita costante della pianta e l’ottenimento di un seme di riso maturato in modo lento e regolare, quindi più resistente. Il legame profondo e imprescindibile con la sua zona d’origine contribuisce a fare del Riso del Delta del Po IGP un riso tra i più pregiati, se non il più pregiato d’Italia”.

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Una storia lunga secoli

"Un riso fra i più pregiati, se non il più pregiato d'Italia"

La fortuna del Riso del Delta del Po IGP è legata all’acqua, per la peculiare caratteristica di essere a stretto contatto con le acque dolci del Po e con la salutare acqua salata dell’Adriatico.

Nel corso dei secoli, sui rivoli che compongono il territorio deltizio, si creò un cordone sabbioso dove sorge la magnifica Abbazia di Pomposa, costruzione religiosa di stampo benedettino risalente al VI-VII secolo. I monaci benedettini concedevano ai contadini le terre circostanti l’edificio religioso strappandole alle acque della palude per convertirle in terreno fertile da coltivare. I monaci sono stati i primi conoscitori delle proprietà terapeutiche del riso proveniente dall’oriente, e si pensa che già negli anni di piena attività dell’Abbazia ci fosse una prima coltivazione del riso ad opera dei monaci.

Il primo documento ufficiale sul riso risale al 1475 in cui Galeazzo Maria Sforza, Duca di Milano, spedisce un prezioso carico di 12 sacchi di riso ad Ercole I° d’Este, Duca di Ferrara, decantandone le virtù. La scelta della casata degli Este di investire sulla coltura risicola si rivela provvidenziale: i nuovi terreni, insieme al clima, si rivelano particolarmente adatti a ospitare i pregiati chicchi bianchi.

Tra il ‘700 e l’800 importanti famiglie veneziane, proprietarie terriere, avviano ulteriori opere di bonifica che hanno come scopo l’estensione delle risaie in tutto il territorio deltizio, contribuendo alla valorizzazione di queste aree ancora in bilico tra terra e acqua. Si aggiornano anche le tecniche di produzione del riso con nuovi metodi sistematici agrari.

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Il ‘900 è un secolo travagliato ma importante per il riso. Le sue qualità vengono certificate nel 1950 da una dichiarazione del Capo Dipartimento dell’Ispettorato Agrario Compartimentale delle Venezie, dott. Viscardo Montanari: “Il riso è la coltura più idonea, la vera e propria bonifica dell’acquitrino, il mezzo per trasformare la terra, renderla più adatta alle altre colture erbacee, in una parola, più feconda […] Il riso che si produce in questa zona è, per qualità intrinseche, fra i più pregiati, se non il più pregiato d’Italia”. Le rovinose alluvioni degli anni ‘50 e ‘60 assestano un duro colpo alla diffusione della coltivazione del riso, che si riprende solo negli anni ’90.

Nel nuovo millennio, l’organizzazione dei risicoltori ferraresi e rodigini pone le basi per iniziare il percorso di richiesta del marchio di qualità, che verrà raggiunto nel 2009 con l’ottenimento della I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta) sul prodotto Riso del Delta del Po da parte dell’Unione Europea. Nel 2012 l’Associazione dei Risicoltori del Delta del Po si trasformerà nel Consorzio di Tutela del Riso del Delta del Po IGP, riconosciuto dal Ministero delle politiche agricole quale unico ente deputato alla tutela, promozione e valorizzazione dei pregiati chicchi che crescono nel territorio deltizio.